Dove finisce la nostalgia e incomincia l’indecenza? I recenti “casi” di Super Mario 3D All-Stars e dei porting di Metal Gear Solid su PC hanno scatenato diverse polemiche sul web a causa della scarsa attenzione degli sviluppatori verso i propri fan. Giochi cult di epoche passate che conservano ancora oggi tutto il proprio fascino e la propria importanza ma che vengono in alcuni casi riproposti “as is” sulle nuove console a prezzo pieno, senza alcun tipo di riadattamento o opera di restauro. Come se non bastasse, alcuni di questi porting celano dietro a se stessi rom ed emulatori di natura open source e combattuti a spada tratta dagli stessi publisher. Fortunatamente però esistono anche operazioni degne di nota e che si distinguono per saper combinare fedeltà con qualità. Scopriamo assieme qual è la ricetta per un buon porting al giorno d’oggi.
Cosa non va
La recente pubblicazione Super Mario 3D All-Stars su Nintendo Switch è stata accolta come una gigantesca deflagrazione nel mondo dei videogame, riportando in auge un vecchio problema mai tramontato, quello dei porting di titoli classici mal riproposti su nuove console. La suddetta collection, contenente tre classici del platform del calibro di Super Mario 64, Super Mario Sunshine e Super Mario Galaxy, è stata messa in vendita, per un periodo limitato, alla modica cifra di 60 cucuzze. Nonostante il valore indiscusso dei tre titoli, Super Mario 3D All-Stars desta clamore non soltanto per il prezzo decisamente spropositato, ma anche per la decisione alquanto bizzarra di limitare nel tempo la sua distribuzione in commercio, sia in versione fisica che in digitale. Se da un lato la definizione “limitata” può far drizzare le orecchie ai collezionisti di tutto il mondo, la quasi totale assenza di contenuti aggiuntivi rivolti a questa fetta di giocatori quali artbook, gadget o materiale extra, rivela quella che è una palese operazione commerciale mascherata da edizione speciale. Che il fatturato sia il primo pensiero di un’azienda è cosa certa e Nintendo ha sempre cercato di sfruttare economicamente al massimo le proprie IP, capaci di macinare vendite su vendite col minimo sforzo. Al contempo operazioni come quelle delle remaster/remake di Spyro e Crash Bandicoot, promosse sia dall’effettiva resa delle collection sia dal prezzo di lancio, servivano ad Actvision per rilanciare due serie pressoché decadute, ora revitalizzate grazie proprio a queste collection. Quel che però si evince da questo Super Mario 3D All-Stars è che Nintendo si sia limitata al compitino sfruttando tre dei propri assi per creare l’ennesima macchina da soldi con un investimento pari a 0. I tre giochi proposti nella collection, tolto un upgrade pack di texture per Super Mario 64, sono pressoché identici alle proprie controparti uscite per N64, GameCube e Wii. Non solo: pare che Nintendo si sia avvalsa di rom ed emulatori per la collection in modo simile a quanto fece per lo SNES Mini. Grazie al lavoro dei dataminer, è infatti emerso che Super Mario Sunshine e Super Mario Galaxy girano attraverso un emulatore chiamato Hagi, di natura open source, mentre Super Mario 64 sfrutta la ROM Shindou Pack, una versione patchata e riveduta del codice originale. Tutto ciò sembra un po’ stridere di fronte alle numerose battaglie di Nintendo contro la comunità di modder e, più in generale, contro il mondo dell’emulazione.
Pochi giorni fa è stata invece la volta di Konami che ha riproposto alcuni episodi della saga di Metal Gear Solid, Castlevania e Contra su Windows 10 attraverso alla piattaforma GOG.com. I titoli, nella fattispecie Metal Gear, MGS, MGS2 Substance e la Konami Collector’s Series: Castlevania and Contra contenente alcuni capitoli delle due saghe, sono stati ripubblicati su PC nelle loro versioni originali. Se in questo caso i prezzi di lancio erano decisamente più contenuti della Super Mario 3D All-Stars (dai 5,99€ ai 9,99€ circa per singolo titolo), non sono mancate le polemiche per il porting compiuto con una certa pigrizia da Konami, soprattutto nel caso della serie ideata da Kojima. Pur supportando alcuni controller nativamente infatti (DualShock 4 escluso), nei MGS per PlayStation non risulta possibile rimappare i grilletti del pad Xbox, cosa assai scomoda. Una storia travagliata quella di Metal Gear Solid su PC, che già all’epoca della primissima conversione di MGS2 si distinse per alcuni bug improponibili, tra cui il mancato riadattamento di uno stage basato sulla sensibilità degli analogici di PlayStation 2, riportati in maniera totalmente insensata su tastiera. La storia però ci racconta anche di altri porting che fecero scalpore per bruttezza e approssimazione. Il più famoso fu forse il caso di Bayonetta, inizialmente uscito in esclusiva su Xbox 360, per poi passare su PS3 prima di diventare un’icona aggiunta al roster Nintendo. Il passaggio da 360 a PS3 fu traumatico, con tanto di bug, cali di frame rate e caricamenti infiniti a minare la qualità del titolo. Discorso simile per gli esordi su PC di GTA IV, Resident Evil 4 e Dark Souls, caratterizzati da una pessima conversione che li resero pressoché ingiocabili. Qualcuno ha detto anche Crysis Remastered?
Cosa invece va
Fare un buon porting non è impossibile, lo dimostrano vari casi più o meno recenti. Rimanendo nel recente passato e sempre in ambito Nintendo, i porting di Zelda The Wind Waker e Twilight Princess in HD si Wii U furono accolti positivamente dalla critica, grazie alla loro conversione interamente in HD e alle texture tirate a lucido per l’occasione. Anche le operazioni di port/remake compiute con Super Mario 64 su Nintendo DS prima e con Zelda OoT/MM su 3DS poi dimostrano quanto un pizzico d’attenzione in più possa regalare un’esperienza fedele all’originale e al contempo degna di essere giocata e acquistata a prezzo pieno ai giorni nostri. Il rammarico per Super Mario 3D All-Stars aumenta se si pensa anche ai recenti porting third party sulla console ibrida Nintendo che, nonostante le limitazioni hardware, ha dimostrato di avere un ottimo potenziale. Nintendo Switch ha infatti ospitato di recente gli “improbabili” porting di titoli come Doom, Alien Isolation e, soprattutto, The Witcher 3. Pur essendo un titolo mastodontico, Saber Interactive è riuscita a compiere un mezzo miracolo adattando il capolavoro di CD Projekt Red all’hardware di Switch, con i doverosi tagli di prestazioni, ma riuscendo comunque a mantenere la godibilità del titolo originale. Lo stesso The Witcher 3 potrà essere auto-portato sulla prossima generazione di console attraverso un upgrade gratuito.
Meritevole di menzione è anche Cuphead, inizialmente uscito unicamente per PC e Xbox One nel 2017, portato poi su Nintendo Switch nel 2019 ed infine su PlayStation 4 nel 2020. Un arco temporale necessario allo StudioMDHR per portare il celebre platform su tutte le console della current gen senza problemi di sorta. Vero re indiscusso dei porting dell’ultimo decennio è sicuramente Gears 5, che grazie ad una perfetta ottimizzazione per PC e riuscito a fare addirittura meglio della versione uscita precedentemente su Xbox One.