Disintegration è una boccata d’aria fresca, un esperimento riuscito quasi alla perfezione che potrebbe gettare le basi di un nuovo genere ibrido. L’opera prima di V1 Interactive, lo studio fondato dal creatore di Halo Marcus Lehto, è un interessante mix di sparatutto in prima persona e strategia in tempo reale che prova a farsai strada nella giungla dei multiplayer online, tendando di lasciare il segno. Ci sarà riuscito?
Qualcuno ha detto Halo?
Disintegration è ambientato in un futuro distopico in cui l’umanità, a seguito di cataclismi sociali ed economici è stata costretta per sopravvivere a trasferire i propri cervelli in corpi di metallo, in attesa di un futuro migliore. Questa fase doveva durare qualche anno, ma ben presto scoppia una guerra civile tra gli umani (o quelli che vorrebbero tornare tali) e chi invece non vuole più abbandonare la propria natura tecnologica. Questi ultimi, rappresentati dalle forze di pulizia etnica della Rayonne, fanno strage senza sosta di tutti gli umani che riescono a trovare, ostacolati però delle eroiche forze della Resistenza, di cui il protagonista Romer Shoal fa parte.
Romer è un pilota di gravicicli, fulcro dell’intero gameplay del gioco. Il mezzo a levitazione sorvola il campo di battaglia, dando ordini alle truppe a terra durante gli intensi scontri a fuoco, non disdegnando ovviamente la possibilità di ingaggiare il nemico personalmente con le armi a disposizione della propria motocicletta volante. Disintegration sfrutta in maniera intelligente il mix di fps e rts, mettendo di fatto il giocatore al centro della battaglia ma non rendendolo una specie di macchina di morte per la fanteria nemica come si potrebbe facilmente pensare. I gravicicli sono comunque abbastanza lenti e le armi hanno una cadenza di fuoco estremamente ridotta, per questo sarà indispensabile coordinare bene le proprie truppe di terra e sfruttare al massimo le loro abilità. Queste ultime sono dotate di varie abilità particolari che possono essere attivate simultaneamente, combinando i vari effetti tra loro per ottenere un vantaggio tattico. Il timore principale tuttavia era nell’IA di questi ultimi, ma siamo stati felicemente smentiti dato che non abbiamo riscontrato nessun problema di sorta: la fanteria segue ala perfezione i nostri ordini senza intoppi, rendendo di fatto l’esperienza estremamente fluida. In linea di massima, il gameplay di Disintegration è una vera novità ben realizzata, che ci sentiamo assolutamente di promuovere e che speriamo sia da base per un nuovo filone.
Mix è la parola giusta
Il gioco si articola su una campagna single player ed una modalità PvP. Partendo dal giocatore singolo, è inutile negare che le aspettative erano altissime, soprattutto considerato lo storico del suo creatore. In generale, Disintegration riesce ad intrattenere a meraviglia per tutte e 15 le ore della sua durata, soprattutto grazie ad un cast di personaggi eccezionale. Rendere credibili ed empatici un gruppo di robot non è un’impresa facile, ma ci affezioneremo a Romer e compagni in un batter d’occhio, complici anche dei dialoghi davvero interessanti e divertenti che funzionano alla perfezione come intermezzi tra una missione e l’altra. Tutto questo riesce a far dimenticare la ripetitività delle missioni singole, dove la linearità delle stesse poteva mettere a rischio l’intera produzione. Si tratta semplicemente di percorrere una serie di livelli distruggendo tutto quello che ci capita a tiro, senza particolari guizzi, se non qualche boss di fine livello o qualche obiettivo lievemente più articolato. In nostro aiuto arriva il level design del gioco, che grazie ad una buona estensione delle mappe e una discreta quantità di oggetti distruttibili che rendono ogni livello una storia a sé.
Spreco gravitronico
Per quanto riguarda il multiplayer invece, l’idea di combattere contro avversari umani con un sistema del genere era estremamente allettante, ma qualcosa non ha funzionato a dovere. Il gameplay della campagna risulta molto più lento e poco ispirato durante le partite online a causa di un eccessivo focus sull’utilizzo dei gravicicli. Il tutto si riduce quindi in uno scontro a fuoco tra le aeronavi nel tentativo di distruggere il nemico nel più breve tempo possibile così da raggiungere l’obbiettivo proposto. In questo modo le truppe di terra passano in secondo piano, se non addirittura ignorate, ed è un vero peccato date le loro potenzialità. Nel multigiocatore potremmo scegliere tra nove gravicicli diversi, con tanto di equipaggio dedicato e caratteristiche specifiche, alcune delle quali già presenti nella campagna. Anche le modalità di gioco sono tre e tutte improntate agli obbiettivi: Controllo Zona (classica), Collezione, in cui dovremmo recuperare i cervelli delle unità abbattute e Recupero, che altro non è che un Cattura la bandiera. È un peccato che tutto questo non basti a spostare il focus degli scontri sulla fanteria, ma riduce tutto ad un misero scontro a fuoco.
Tecnicamente Disintegration fa il suo dovere, senza infamia e senza lode, con però un ottimo comparto artistico che ci restituisce un mondo post apocalittico tra scenari urbani, complessi industriali o ambientazioni più naturali. Non sarà raro inoltre incappare in qualche dejà vu, dato che il gioco ricorda moltissimo i precedenti lavori di Lehto, soprattutto per il design dei personaggi e degli ambienti. Buono il motore fisico del gioco che permette un’ottima distruttibilità degli ambienti, con effetti davvero suggestivi. Quello che merita però un plauso incredibile è il doppiaggio, solo in inglese ma di un livello spropositato, con gli attori che sono riusciti alla perfezione nell’intento di rendere credibili. Romer e compagni.
Versione disponibile: PC, Xbox One, Ps4
Versione testata: Xbox One
La recensione in breve
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Voto Game-Experience