Grounded è quell’esperimento che non ti aspetti, una deviazione di Obsidian sul tema dei survival, sfruttando il filone “Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi”. Presentato lo scorso anno durante l’X19, Grounded è ora disponibile in preview per il programma Xbox Insider che ci ha permesso di effettuare una prova di mezz’ora prima dell’uscita prevista per il 28 Luglio. E come appena scritto, è quell’esperimento che non ti aspetti.
Megaminimondo
In poche parole, esattamente come accadeva nel film cult, un gruppo di ragazzi a si ritroverà in dimensioni microscopiche nel giardino della propria casa, dispersi in una landa ostile e misteriosa che fino a poco prima era un semplice prato. Il loro obbiettivo sarà ritrovare la via di casa e il padre scienziato di modo da tornare alle dimensioni normali. Come è facilmente intuibile, tutto questo sarà tutt’altro che semplice, a causa delle creature e dei pericoli che infestano il giardino, che tenderanno a vedervi come un gustoso snack.
Grounded è quindi un survival abbastanza classico, dove dovremmo andare alla ricerca di cibo, acqua e materiali per la costruzione del nostro rifugio, così da potenziarci ed avere più possibilità di riuscire a raggiungere l’agognata casa, che sembra così vicina ma in realtà è molto, ma molto lontana. Potremmo costruire quasi di tutto grazie a quello che raccoglieremo durante le nostre esplorazioni, con tutti i materiali da costruzione che vengono ricavati direttamente da tutto ciò che è presente in giardino: erba, sassi, corteccia, rugiada e via dicendo. La ricerca di materiali e alimenti è prioritaria e sarà il motore che vi spingerà ad abbandonare il vostro rifugio alla scoperta di nuovi punti, disegnando così un giardino che diventa davanti ai vostri occhi minuscoli una vera e propria città, con suoi “monumenti” come lattine, palle da baseball, rifiuti di ogni genere, che fungeranno anche da punti di riferimento, tutti comodamente riportabili su una mappa altamente intuitiva.
Che survival sarebbe però senza nemici? Grounded infatti vi lancerà contro ogni tipo di insetto, acaro, ragno o altro abominio a più zampe si annida invisibile tra i fili d’erba. Per questo equipaggiarsi di tutto punto sarà fondamentale prima di procedere, ma anche così non è assicurata la propria sopravvivenza. Grounded non perdona e renderà gli scontri davvero ostici, con nemici come i ragni ad esempio, in grado di farvi fuori con un singolo morso. Proprio la presenza degli aracnidi è alla base di una delle feature più interessanti di Grounded, ovvero la modalità Aracnofobia. Gli sviluppatori si sono accorti infatti che chi soffre di questa patologia non riesce a godere appieno dell’esperienza di gioco che diventa bloccante. Per questo Obsidian ha introdotto una specifica opzione che elimina del tutto i nemici ragni e ne modifica drasticamente l’aspetto. Un piccolo accorgimento che sicuramente può fare la felicità di moltissimi giocatori (e avendo una compagna aracnofobica, so quanto questa cosa può essere traumatica -ndr-).
Che succede se il nostro personaggio viene sconfitto? Similmente a quanto succedeva su ZombieU ad esempio, o sui soulslike per voler essere moderni, tutto l’equipaggiamento raccolto finora rimarrà nel luogo della morte, ma potrà essere recuperato in seguito, dato che la sua posizione viene comodamente segnalata sulla mappa di gioco. Ovviamente il trade off in tutto questo è rappresentato dal fatto che la causa della nostra morte rimarrà ancora nei paraggi. Varrà la pena rischiare o si ricomincia dall’inizio, magari esplorando qualcosa di nuovo? Questa è solo una delle possibili scelte che dovremo affrontare in Grounded.
In fin dei conti, l’ultima fatica di Obsidian è un survival classico, ma dal concept molto originale e dalla resa perfetta, perché riesce a spiccare nell’oceano di titoli simili grazie alla sua peculiare ambientazione. Per questo dopo la fine della mezz’ora di prova ne volevamo sicuramente di più, cosa che non succedeva da parecchio. Inoltre le piccole accortezze dimostrare verso il pubblico, come la modalità aracnofobia, valorizzano ancora di più il titolo, rendendolo di fatto estremamente user friendly e confermando Obsidian come software house di alto livello (nel caso ci fosse bisogno di ribadirlo, dopo l’eccellente The Outer Worlds).