Inizio questa recensione chiedendovi preventivamente scusa: scusatemi se mi lascerò andare in qualche sentimentalismo, ma per me One Piece Pirate Warriors 4 mi ricorda quando esordii su questo sito con la recensione del terzo episodio (all’epoca pubblicato su PS3, PS4 e PSVita) e da quel giorno ho fatto strada, cercando sempre di migliorarmi per portare contenuti che avessero uno standard qualitativo sempre più elevato. Vediamo insieme se anche il gioco di Omega Force è riuscito a fare un balzo qualitativo in avanti.
Quando vuoi diventare il Re dei Pirati?
One Piece Pirate Warriors 4, come si evince dal nome, è l’ennesimo titolo della serie Warriors (o se preferite Musou), una tipologia di giochi che si è dimostrata adattabile a praticamente qualsiasi contesto storico o narrativo, dalle battaglie fra le dinastie che controllavano la Cina nel periodo dei Tre Regni agli scontri fra i daimyo giapponesi nell’epoca Sengoku, passando per incarnazioni ispirate ad altre serie di videogiochi come The Legend of Zelda, Persona o Fire Emblem ed anime come Keni il Guerriero, Berserk o appunto One Piece. La lunga storia di Rufy e la sua ciurma, le innumerevoli battaglie da loro affrontate e l’enorme quantità di personaggi incontrati, di cui una buona parte sono dotati di poteri derivanti dai frutti del diavolo, frutti misteriosi che donano poteri sovrannaturali a chi li dovesse mangiare: tutti questi elementi sono stati addensati in questo Musou che tramite la modalità storia ripercorre alcune delle vicende fondamentali della storia del manga creato da Eiichiro Oda. Il gioco si rivolge quindi palesemente ad un pubblico di fan della serie anche perché, a differenza del terzo episodio che lasciava meno spazio ad ogni arco narrativo ma trattava per sommi capi tutti gli eventi principali della trama dagli esordi di Rufy come pirata fino a Dressrosa, questo capitolo propone una narrazione molto più ricca di dettagli e di cutscenes che approfondiscono gli aspetti della trama rimasti a margine nello scorso capitolo, ma nel fare ciò il gioco prende in considerazione solo 6 archi narrativi: Alabasta, Enies Lobby, Marineford, Dressrosa, Whole Cake Island e Wano (quest’ultima, esattamente come Dressrosa nel 3, include eventi originali nel finale in quanto la saga non ha ancora ricevuto una sua conclusione ufficiale). Troviamo quindi un approccio diverso al passato, la narrazione non riprende da dove si era interrotta (come abbiamo visto in un’altra produzione Bandai basata su un anime uscita quest’anno, My Hero One’s Justice 2) ma riprende dalle origini, tuttavia lascia al conoscitore della serie l’onere di riempire quei buchi narrativi che non potrete fare a meno di notare mentre giocate a Pirate Warriors 4. Indubbiamente essere quindi fan della saga aiuta ad apprezzare sia la modalità storia, ma grazie al corposo roster che il gioco mette a disposizione del giocatore (si parla di oltre quaranta personaggi giocabili ed altri nove disponibili con i futuri DLC) c’è pane anche per i denti di chi vuole dedicarsi alla componente più caciarona del gioco, ovvero la possibilità di prendere a mazzate ogni altro personaggio della saga.
Ceffoni lungo la Rotta Maggiore
All’apparenza One Piece Pirate Warriors 4 sembrerebbe seguire i canoni dei moltissimi altri Musou che lo hanno preceduto, ovvero orde di nemici dallo scarsissimo potenziale offensivo da decimare a suon di attacchi combo con la comparsa di nemici più coriacei (che poi altri non sono che altri personaggi presi dal roster) durante il corso della missione: rappresentano la vera e propria sfida all’interno del gioco dato che questi richiederanno molto più impegno per essere atterrati ed in certe situazioni dovremo fronteggiarne più di uno contemporaneamente. Ecco che quindi fra attacchi leggeri, pesanti e salti si affiancano due nuove meccaniche: è stato implementato uno scatto che oltre a fungere da schivata crea un’onda d’urto capace di fare danno ed ora è possibile equipaggiare fino a quattro mosse speciali, ciascuna con una barra di ricarica indipendente, fra le quali ci sono anche mosse che possono permettere la trasformazione del personaggio come il Gear Fourth di Rufy o la forma Drago di Kaido. Il vero nemico del gioco però risiede nella telecamera che neanche troppo raramente farà di tutto per non far vedere ciò che sta succedendo sul campo di battaglia, soprattutto quando state utilizzando in personaggio di grandi dimensioni come Kaido o Big Mom oppure quando nello stesso metro quadro di mappa vi ritrovate ad affrontare contemporaneamente anche 4-5 personaggi che lanciano all’unisono le loro mosse speciali contro di voi. Il potenziamento dei personaggi adesso avviene tramite una specie di sferografia che permette l’aumento dei parametri dei personaggi e lo sblocco di abilità passive e nuove mosse speciali, tra l’altra la sferografia comprende una mappa dedicata al singolo personaggio ed una comune a tutti, cosicché si potrà evitare di effettuare del tedioso grinding prima di poter usare un personaggio appena sbloccato. Infine parliamo di modalità: come abbiamo già visto è presente una modalità storia della quale abbiamo già parlato, la modalità libera che altri non è che la riproposizione della modalità storia con la possibilità di usare qualsiasi personaggio e la modalità Diario del Tesoro, ovvero una serie di missioni senza alcun contesto narrativo di difficoltà crescente che riusciranno a mettervi in difficoltà. Ciascuna delle tre modalità può essere affrontata in coop online: la parte online del gioco non si è dimostrata particolarmente problematica in termini di stabilità del servizio, se non fosse che mi è stato impossibile hostare una partita ma potevo solo unirmi alle sessioni degli altri giocatori (ma credo che quello dipendesse dal mio firewall) ho trovato solo piuttosto frustrante il fatto che in caso di problemi di connessione l’intera missione venisse annullata e non sostituisse i giocatori reali con altri comandati dalla CPU, oltre al fatto che per riconnettersi in caso di errore si debba uscire dalla selezione delle missioni, entrare nelle opzioni del gioco e rieffettuare il login. Al netto delle modifiche elencate, ho notato una serie di semplificazioni fra questo gioco e le sue versioni precedenti, sia paragonato ai Musou sia rispetto al precedente Pirate Warriors: sono stati eliminati i quartieri generali sulla mappa che riducono le condizioni di vittoria e sconfitta ed è stata rimossa ogni componente gestionale ovvero la possibilità di direzionare i propri alleati verso specifiche aree della mappa. Inoltre c’è da sottolineare come il gioco sia affetto da un cattivo bilanciamento dei personaggi: è vero che non è presente una modalità competitiva nel gioco, ma quando noti che nella coop molti giocatori utilizzano Kaido o Big Mom ti rendi conto che basta usare uno di questi due personaggi per finire con estrema facilità buona parte delle missioni presenti ottenendo anche un rango S nella valutazione. Parlando dell’aspetto prettamente tecnico, One Piece Pirate Warriors 3 fa un passo in avanti rispetto al predecessore: i modelli dei personaggi sono molto più convincenti e durante le cutscenes le animazioni sono ben curate; ho inoltre apprezzato il lavoro di miglioramento degli scenari che ora si presentano con molti più dettagli ed anche una certa distruttibilità, ma in alcuni casi rimangono comunque ancora un po’ anonimi, come il palazzo della CP9 dove è estremamente facile perdersi a causa di una somiglianza fra vare aree della mappa (ed allo sviluppo su più piani). Il doppiaggio è totalmente in giapponese, ma il gioco presenta una localizzazione in italiano per quanto riguarda sottotitoli e menu di gioco, la colonna sonora propone invece tracce originali e temi tratti dalla versione anime della serie riarrangiati per il gioco ed è possibile ascoltarla interamente grazie ad un player presente nella galleria, dalla quale si possono visionare anche informazioni aggiuntive sui personaggi e gli elementi che compongono la mitologia dell’universo di One Piece.
PRO
- Tanti personaggi utilizzabili, ciascuno con mosse e combo differenti
- Cutscenes molto belle ed evocative
- Miglioramenti sotto il profilo tecnico
- Qualche cambiamento nel gameplay…
CONTRO
- … ma anche qualche semplificazione di troppo
- Alcuni personaggi sono troppo sbilanciati
- La telecamera rimane un grosso problema
Versione testata: PlayStation 4 Pro
Versioni disponibili: PlayStation 4, Xbox One, Nintendo Switch, PC