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Recensione | Edgar – Bokbok in Boulzac

La recensione di Game Experience per Edgar - Bokbok in Boulzac, avventura grafica 2D sviluppata da La Poule Noir per Pc (Steam).
Erika BerselliBy Erika Berselli3 Marzo 2020
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Edgar - Bokbok in Boulzac home
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I ragazzi di La Poule Noire hanno una certa ironia sfacciata da sfoggiare, o più probabilmente hanno un capo ufficio molto cattivo con cui si allenano a chi le spara più sottili. La Poule Noire è difatti sviluppatrice ed editrice dell’annunciato Edgar – Bokbok in Boulzac, un’avventura punta e clicca dall’anima comica che oltre a tenerci ore impegnati a sorridere, seguirà le gesta di Edgar e del suo amato pollo, partiti insieme alla scoperta dei segreti celati della ridente cittadina di Boulzac. Edgar – Bokbok in Boulzac è disponibile su Nintendo Switch, Xbox One e PC attraverso la piattaforma Steam.

La vita di un uomo e della sua gallina
Edgar - Bokbok in Boulzac La casaOccasionalmente, le idee della vita che vengono etichettate come folli sono tra quelle più interessanti da sviluppare. Si sente parlare tutti i giorni di stereotipi ed emarginati, ed è proprio un uomo considerato asociale che abbiamo per protagonista: Edgar ama le foreste e la sua cara gallina Precious, e la sua coltivazione di zucca è l’invidia di tutti gli ottantenni degli stati vicini. Edgar è anche un quarantenne un po’ emarginato, chiuso nella sua capanna a vivere pacificamente la vita tranquilla di un tizio in quarantena o in vacanza prolungata, che non parla molto con la gente e forse non si lava nemmeno tantissimo. Sfortunatamente un improvviso disastro – un incendio di proporzioni bibliche – rischia di distruggere le sue adorate coltivazioni e per questo Edgar è costretto a partire al salvataggio della verdura, inciampando nel mentre sul più vecchio e terribile segreto della vicina città di Boulzac.

Povero di tutto
Edgar e la vecchietta fuori dalle righeEdgar – Bokbok in Boulzac è un punta e clicca dalla ricca e caratteristica narrativa che punta molto sulla comicità e sulle situazioni imbarazzanti: l’azione prende luogo nel piccolo villaggio di Boulzac che un po’ ci ricorda i paesini francesi, pieni di clichè e personaggi affascinanti, e ruota attorno a innumerevoli teorie complottistiche prendendosi gioco di mode e trend del momento, compresi alieni e terrapiattismo. Edgar si basa sopratutto sulla grafica distintiva per distinguersi da moltri altri titoli che sarebbero nelle sue corde, e gioca sul punta e clicca che può rendere possibile l’impossibile nei suoi piccoli enigmi: una gara a al “quanto può diventare strano tutto questo?” col giocatore, pienamente accolta. Nel suo viaggio passiamo difatti di stranezza in stranezza, da gatti che viaggiano a velocità iper-luce ad abitanti zombificati ai lavori forzati, candele da rubare e infilare nell’orecchio di un vecchio pazzo e altro ancora. Se non altro, la storia ci riempie di avvenimenti così assurdi e memorabili che verranno ricordati per forza.
Il problema di Edgar non è il suo desiderio di stranezze: più che altro sta nella mancanza di cose che si notano fin dal principio, come l’inesistenza di una cutscene di apertura, di contesto narrativo o “background”: un videogiocatore che accende il gioco si trova trasportato nella casa di Edgar praticamente a occhi chiusi. Un’introduzione diversa avrebbe generato un senso di immersione migliore, e sopra tutto non ci avrebbe lasciato con un senso di vuoto e di disorientamento nelle prime ore di gioco che non si risolvono con due battute e tanta allegria. Inoltre, per giungere ad un punto della storia che diventi un minimo intrigante bisogna arrivare almeno a metà, un vero peccato che il titolo duri pochissimo.
I controlli di Edgar – Bokbok in Boulzac sono quelli standard, quindi movimenti e tasti per l’interazione. Praticamente il novanta percento del gioco semplicemente consiste nel girare e interagire con tutto. Perfino gli “enigmi” sono all’acqua di rose: occasionalmente ci verrà chiesto di trovare oggetti e parlare con le persone giuste, o poco altro in caso di maggiore flessibilità. Inoltre a volte ci siamo trovati a non essere sicuri sul cosa fare o dove andare, a causa della mancanza di menù o diari, solo per poi interagire a caso con un oggetto sullo sfondo e… beh, scoprire che era quello giusto. Questo non capita spesso, ma se soffrite un po’ di attenzione e vi perdete qualche dialogo anche per pura sfortuna, potreste trovarvi più volte a girare in tondo di area in area, senza sapere dove andare a parare.
Un altro piccolo neo della produzione sono i glitch occasionali, del tipo rimanere incastrati in un oggetto invisibile, ma solo per quel mezzo secondo. Altre volte, è Edgar a diventare invisibile e inviolabile (non può interagire con nulla) a causa del movimento della telecamera, salvo tornare tutto a posto tornando alla schermata precedente.

Vorrei dire di più… se ci fosse qualcosa da dire.
La spiaggiaAldilà di tutto ciò che può essere considerato gameplay, Edgar – Bokbok in Boulzac è veramente ben sviluppato e ricercato sotto il punto di vista estetico. I tratti esagonali e molto cartoon, i colori vibranti risultano accattivanti e possiamo capire persino a colpo d’occhio le caratteristiche o le assurdità di un personaggio da come è stato disegnato e creato. Ad esempio, la venditrice al negozio di Boulzac, o Edgar stesso. Questo insieme risulta solido e si fonde veramente bene con i dialoghi, permettendo un’interpretazione a colpo d’occhio.
Stessa cosa non si può dire del sonoro, molto generico e che difficilmente si farà ricordare: certo, ci sono un mucchio di effetti sonori che contribuiscono a rendere viva la città, come chiacchiere, campanelli e suoni di circostanza, ma Edgar non si distingue nelle tracce, nemmeno quanto queste vorrebbero enfatizzare determinati momenti nell’avventura o aiutare nell’immersività.
La longevità di Edgar – Bokbok in Boulzac è veramente ridicola, tra le 2-3 ore senza soffermarsi troppo in giro, e non presenta motivi interessanti che ci permetterebbero di rigiocarla, anche se la storia risulta comunque interessante.
Quanto alla localizzazione, purtroppo il gioco è solo in inglese e francese sottotitolati, e benchè l’inglese sia abbastanza masticabile si fatica a capire determinati giochi di parole.

PRO:

⦁ Assurdamente memorabile
⦁ Un design veramente unico
⦁ Storia interessante

CONTRO:

⦁ Poca varietà nel gameplay
⦁ Poca immersione causata dalla mancanza di contesto o “background”
⦁ Glitch ripetuti

Piattaforma: Pc
Pegi: 18+
Longevità: 2-3 ore
Sviluppatore: La Poule Noire
Editore: La Poule Noire
Distributore: Steam
Lingua: Inglese, francese (interfaccia e sottotitoli)
Anno: 26 febbraio 2020
Tipologia: Indie, Avventura grafica, 2D

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