Nonostante il nome che potrebbe far pensare a qualcosa di più classico, Curse of Annabelle non ha niente a che fare con la conosciutissima bambola maledetta della storia e dei più recenti film. Annabelle in questo caso è una bambina di 9 anni che muore misteriosamente nei dintorni della Villa Ramsey in Boulder, Colorado. La polizia determina che nulla in realtà sembra aver colpito la bimba, sana come un pesce poco prima di morire e priva di tagli, colpi, contusioni mortali. La sorella maggiore Emily non solo esce distrutta dall’evento, ma inizia ad avere dei sogni lucidi nei quali comunica con l’anima della piccola.
All’inizio, come molti penserebbero, Emily crede sia solo l’impatto della perdita, ma mano a mano che questi sogni si fanno più ricorrenti la sorella maggiore si convince che l’anima della sorellina sia in verità intrappolata nella villa e in cerca di aiuto. Inizia quindi a cercare informazioni sul passato della Villa e, vedendo delle similitudini con quanto successo agli ospiti precedenti, decide di chiedere l’aiuto del fidanzato, Nathan. Il poveretto non è che ci creda con tutto il cuore, ma quando Emily sparisce si convince a guidare fino alla Villa in cerca della ragazza credendola in pericolo. Una scelta che avrà conseguenze fatali – capirete ben presto il perché.
Curse of Annabelle è un’avventura horror con elementi puzzle che prende a piene mani dalla mitologia ebraica fatta di demoni, occulto e formule per evocarli o scacciarli. Nathan, che sarà il nostro protagonista nonchè personaggio giocabile, è una persona tutto sommato normale che non ne sa niente di fantasmi e antichi demoni, in cerca della propria fidanzata e sopratutto di un modo in cui darle un po’ di pace. Inizieremo proprio così, entrando nella villa senza il minimo sospetto dell’immenso guaio in cui ci stiamo per cacciare, iniziando a frugare in mezzo a cassetti impolverati prima di trovare una torcia e proseguire per un percorso molto lineare che ci porterà ai primi indizi, ai primi libri e in seguito alle formule che ci permetteranno di gestire le evocazioni.
Non ci sono dubbi sul fatto che Curse of Annabelle sia un gioco elegante ed elaborato in termini di grafica, per quanto riguarda la modellazione di grandi spazi, soprammobili, stanze e disposizione di luce ed effetti. Il titolo è bellissimo da vedere di primo impatto e tratta sapientemente gli spazi, che anche se abbandonati da tempo sono pieni di piccoli, minuziosi dettagli. Le luci sui diversi elementi dello scenario sono ben gestite ed i riflessi lasciano sbalorditi per la cura con cui sono stati trattati. D’altro canto, non c’è questo livello di profondità e dettaglio sui personaggi che risultano ancora grezzi, non definiti, a volte non correttamente disposti a livello anatomico ed in cerca di un’anima propria. A dispetto di un sonoro piacevole e anche discretamente inquietante, con effetti parecchio credibili, il doppiaggio risulta sottotono e non aiuta: Nathan è veramente il povero perplesso immerso nel disagio che non sa da che parte voltarsi, doppiato in maniera palesemente imbarazzante. Emily invece riesce benissimo a rendere, nel giro di dieci minuti di ascolto, il suo essere una perfetta stronza da prendere a sberle. Persino l’accalcarsi degli eventi e delle reazioni dei personaggi agli stessi lascia dubbiosi a questo stadio del gioco, ed è veramente difficile non rimanere perplessi davanti alla semplice equazione del “ti muore una sorella e fai un casino infinito, ma se l’uomo della tua vita è in pericolo nemmeno una piega?”.
Parlando dell’aspetto puramente tecnico, i comandi sono semplici e facilmente memorizzabili: abbiamo la torcia illimitata con F, la consultazione dei libri con B, gli obbiettivi che vengono aperti con TAB, un inventario magro ma funzionale apribile con I ed un breve scatto con SHIFT, tasti che lasciano tutta l’interazione al sinistro e al destro del mouse. Da un certo punto del gioco in poi, la torcia si trasformerà in una formula a tempo in grado sia di illuminare l’area che gli oggetti nascosti che dovremo raccogliere, lo scatto all’inizio molto breve diventerà illimitato e potremo congiungere gli oggetti tramite il menù dei libri per evocare o scacciare entità. Avremo anche a disposizione il tasto T, che ci permetterà di attivare un particolare potere in grado di farci cambiare linea temporale: potremo quindi superare ostacoli o porte chiuse semplicemente spostandoci su una linea temporale diversa, idem trovare oggetti differenti o preclusi nel nostro tempo. Purtroppo, a dispetto di molti altri giochi di questo filone, non potremo “investigare a fondo” tutti gli antelli di ogni angolo della casa. Cosa più irritante, non possiamo saltare nè accucciarci: una mancanza (voluta? In fase di preparazione?) che non si sentirebbe affatto se non fosse per qualche ostacolo veramente messo male, che più di qualche volta ci costringerà a ricaricare la partita intera. Stesso difetto tende a colpire l’icona delle interazioni con gli oggetti, impedendoci di raccoglierli o interagire avviando le corrette sequenze animate.
La demo ambientata in sei livelli, nonostante i difetti, ci è parsa a tutti gli effetti promettente in vista di un’ulteriore revisione del gameplay e della narrativa. Curse of Annabelle non sarà un capolavoro, ma sicuramente ha tutte le capacità di rientrare nella categoria dei memorabili con i dovuti aggiustamenti, forse addirittura degli imperdibili se verranno approfondite ulteriormente le parti di gameplay che riguardano tutta la gestione ed il “crafting” dei demoni.