Il nome Draw Distance non fa scattare molte associazioni, e ciò nonostante le credenziali del gruppo sono massicce – stanno sviluppando il nuovo Vampire: The Masquerade – Coterie of New York e l’atteso Halls of Horror, ovviamente entrambi di genere horror declinato su varie ambientazioni. Ritual: Crown of Horns non si sposta dalla scelta di genere ma introduce un’importante variante: il western con un twist action, che potrebbe rievocarci il tanto declamato Red Dead Redeption. Ufficialmente, Ritual: Crown of Horns uscirà dal 7 novembre su Switch e in versione completa su Pc, dove è già presente in accesso anticipato.
Prepara la bara, Goodchild è qui
Ritual: Crown of Horns è uno sparatutto d’azione violento e frenetico ambientato nel selvaggio West preso dalle mire diaboliche di un gruppo di cultisti – niente che c’entri con Cthulhu stavolta. Ispirato dai classicissimi film di Clint Eastwood e probabilmente anche dalle più recenti serie televisive, è la storia di Daniel Goodchild, magnifico pistolero e cacciatore di taglie che viene mandato ad uccidere una strega, che trova circondata da nemici. Colpito in maniera mortale, la strega lo salva rianimandolo come spirito della vendetta che brama di vendicarsi su quelli che l’hanno spedito alla gogna. Anche se i due non si comprendono, il pistolero e la strega sono costretti ad aiutarsi vicendevolmente per il raggiungimento degli obbiettivi di uno e dell’altra, e peraltro sono legati in modo permanente: se la strega muore, il pistolero crepa e viceversa. Il duo sarà d’ora in poi costantemente circondato da nemici insospettabili che fanno parte del Culto del Corno e che pare possano contare membri per mezza america. E in effetti, non saranno pochi quelli a cui dovremo piantare una pallottola nel cranio durante le missioni.
Inseguitela voi quella dannata strega!
La somiglianza con Red Dead Redemption finisce lì dov’era finito il nome del titolo, e di fatto non va molto oltre l’ambientazione western. Ritual: Crown of Horn è un gioco molto diverso, che molti definirebbero un Diablo-like a prima vista ma che assolutamente non è. Il titolo ricalca gli arcade e i tower defence (senza torri stavolta) dove orde di nemici arriveranno in massa tentando o di ucciderci, o di abbattere le barriere che proteggono la strega, il punto focale del rituale e del livello, uccidendoci comunque. Saremo quasi sempre confinati in piccole arene con visuale completamente dall’alto, con un contatore di tempo in alto sullo schermo che determinerà quanti secondi di lotta ci rimangono ancora prima della fine del livello, e avremo a disposizione del personaggio le classiche abilità: mira, spara, cambio arma, dash e, col procedere dell’avventura, qualche incantesimo per aiutarci. La meccanica da shooter definisce totalmente il gioco, permettendoci di muoverci, spostarci e mirare a 360°, ma obbliga a premere un bottone per mirare prima di sparare invece di poter scaricare il caricatore a ruota libera, come ci si aspetterebbe.
Le orde di nemici nel tempo del livello partiranno relativamente lente, per poi farsi sempre più numerose, veloci e resistenti con lo scorrere del cronometro. In tutto questo dovremmo tenere conto di quanto difficoltoso sia gestire il tutto con una visuale dall’alto non proprio perfetta che a volte impedisce di vedere gli ostacoli, e dovremo imparare a muoverci da un’arma all’altra ed a fruttare strategicamente ogni anfratto a disposizione quando tutto sembrerà convergere sul rituale e la strega. Mano a mano proseguiremo, non sempre il rituale sarà nello stesso punto e da qua si aggiungeranno altre difficoltà come ostacoli, bare nel mezzo del camminamento, grosse lame ruotanti e persino piogge di fuoco.
Parlavamo prima di un piccolo arsenale a nostra disposizione: partiamo all’inizio con un revolver classico, una colt 18XX, cui poi si aggiungerà il vecchio buon shotgun a corto raggio. Mano a mano procederemo nei livelli completando sfide e venendo ricompensati con “punti”, potremo anche cambiare il nostro equipaggiamento (che potenzierà ulteriormente abilità e armi), comprare nuove armi e far conto su nuovi incantesimi con cui abbattere gli avversari nella nostra “casa madre”, un piccolo campo fuori dal tempo e dallo spazio messo lì proprio per far prendere respiro al giocatore. Sullo stesso campo di battaglia potremo raccogliere dei boost temporanei che la strega ci lancerà, come moltiplicatori per le anime dei caduti raccolte (che servono per far funzionare gli incantesimi), ricariche rapide e altro.
Sarà comunque necessario equipaggiarsi seriamente per ogni missione dalla fattucchiera della casa madre, in quanto in Crown of Horns non esiste la scelta di una difficoltà, ed il gioco stesso non favorisce affatto il giocatore avventato. Questi improvvisi sbalzi in alto nella difficoltà del gioco tendono a irritare persino i giocatori più scafati, anche se il gioco incoraggia la pratica ripetuta permettendo di rigiocare i livelli precedenti con delle sfide, che una volta fatte vi ricompenseranno adeguatamente. Senza dubbio Ritual: Crown of Horns penalizza un giocatore saltuario, ma premia chi sa imparare la tattica ed il tempismo e le mette in atto perfettamente.
L’uomo nero fuggì nel deserto e il pistolero lo inseguì…
Ritual: Crown of Horns ha uno stile proprio molto particolare per quanto riguarda i disegni delle cutscene e dei dialoghi, disegnati in maniera quasi pittorica, con una prevalenza di rossi che non ci lascia sospetti sulle vagonate di sangue che andremo a prelevare ai nostri avversari. Per quanto riguarda il resto, il gioco può contare di modelli 3D semplici ma funzionali, di ambienti fatti da poca roba ricca di dettagli, il tutto condito da atmosfere oscure e particolari luminescenti che spiccano sul resto. Purtroppo non esiste un vero e proprio level design in quanto il gioco si svolge in orizzontale e comunque sempre su scorci di territorio, senza possibilità di saltare, alzarsi o abbassarsi. Inoltre, il gioco obbliga a disporre di un pad per poter essere affrontato degnamente: scordatevi quindi le tastiere, Ritual: Crown of Horns ha il pieno supporto da pc per i controller di qualsiasi tipo.
La cosa che più intriga del gioco sono le soundtrack davvero perfette per uno shooter, capaci di dare la carica al giocatore, mai ripetute o noiose. Anche gli effetti, come ad esempio passi o spari, sono ben confezionati e convincenti: di sicuro il vostro vicino vi sentirà sparare se non giocate in cuffia. I dialoghi non sono purtroppo doppiati, ma la localizzazione italiana dei sottotitoli è ben costruita ed efficace. I testi stessi sono semplici e permettono al contempo di capire perfettamente cosa succede, la trama e forse anche qualche altro retroscena.
Nonostante i 26 livelli più i due iniziali, il titolo dura 4-5 ore scarse se giocato a ruota di collo. La longevità viene sensibilmente alzata dalla possibilità di rigiocare i vecchi livelli per completare le sfide e di conseguenza guadagnare equipaggiamento potenziato, cosa a cui non veniamo costretti dal titolo ma che in vista della fine sarà comunque d’aiuto a chi abbia voluto fare un gameplay pulito.
PRO:
⦁ E’ un gioco che sfida il giocatore, ma lo premia anche e molto
⦁ Affascinanti atmosfere e disegni western-horror
⦁ Soundtrack perfetta
CONTRO:
⦁ Le meccaniche di gameplay possono risultare poco intuitive
⦁ La difficoltà elevata del gioco risulta frustrante
Piattaforma: Pc, Switch
Pegi: 18+
Longevità: 4-5 ore
Sviluppatore: Draw Distance
Editore: Feardemic
Lingua: completamente localizzato in Italiano
Anno: 7 novembre 2019
Tipologia: Azione, Western, horror