Stanchi di dover faticare ogni volta per tagliare la legna, creare tavoli da lavoro, craftare oggetti e quant’altro il tutto senza l’aiuto di nessuno? Perché sporcarsi le mani quando puoi delegare tutto il lavoro ad alcuni simpaticissimi robot automatici! In Autonauts il sogno di ogni costruttore compulsivo potrà divenire realtà, grazie a un coloratissimo sandbox dove non basta l’olio di gomito, ma anche molto ingegno e capacità gestionali. In un mondo fatto di animali e piante dalle fattezze cubiche, dove le citazioni a Minecraft si sprecano, comanderete una squadra di Bot programmabili a vostro piacimento, così da trasformare una landa desolata in una strabiliante fabbrica completamente automatizzata.
Per fare un tavolo, ci vuole il legno…
Una astronave fatta di blocchi, guidata da un altrettanto bizzarro personaggio, sbarca su di un pianeta incontaminato, il luogo perfetto per dare il via alla nostra impresa. Ma come ogni azienda di successo che si rispetti, si sa, bisogna incominciare dalle basi, e per farlo è necessario partire dalle materie prime che la natura può offrire. Armati di santa pazienza ci troveremo quindi ad abbattere i primi alberi a suon di sassate, per produrre il materiale primo per eccellenza: il legname. In una catena quasi infinita ci troveremo quindi a creare il nostro primo utensile adatto ad abbattere i tronchi più resistenti, fino a costruire il nostro banco da lavoro e così via. Il fulcro di Autonauts però, come già specificato in partenza, è quello di starsene in panciolle mentre qualcun’altro svolge le mansioni per noi, per questo non entreremo nel vivo del gioco prima di aver creato il nostro primo personalissimo Bot. Non appena create, queste simpatiche creature cibernetiche saranno subito disponibili per accogliere nostre istruzioni. Programmare i Bot è il succo del gameplay di Autonauts, grazie a un sistema intuitivo e immediato potremo infatti imprimere nella memoria del robottino qualsiasi azione in modo che possa ripeterla a sua volta nei tempi e luoghi da noi stabiliti. Basterà cliccare il tasto “recording” per incominciare a registrare, svolgere noi stessi l’azione che il Bot dovrà ripetere, definire un range geografico e mettersi comodi in attesa che il robottino incominci a fare il suo dovere.
Io robot, io lavoro
Citando lo scrittore fantascientifico Isaac Asimov, la seconda legge sulla robotica recita: “Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani purché tali ordini non contravvengano alla prima legge”, ovvero senza arrecare alcun danno agli esseri umani stessi. I ragazzi di Danki sembrano aver fatto proprio questo concetto nella realizzazione di Autonauts, a patto però che vi prendiate la giusta cura per i vostri Bot. Se, per esempio, l’energia di un Bot si esaurirà, sarà compito nostro ricaricarlo per dargli nuova verve. Stesso discorso per l’attrezzatura dei Bot che, se rovinata, dovrà essere prontamente sostituita per non fermare la produzione. So assolutamente a cosa state pensando…perché non istruire un Bot per ricaricarne un altro o creare nuovi oggetti da fornire ai propri simili? In Autonauts tutto questo è ovviamente possibile. Il sistema di programmazione dei Bot vi permetterà d’impartire con grande precisione qualsivoglia istruzione alla propria forza lavoro, specificando, per esempio, fino a quando dovrà essere ripetuta una certa azione e a quali condizioni. Se ciò vi spaventa, sappiate comunque che il tutorial del gioco saprà guidarvi passo per passo nella realizzazione delle prime strutture complesse, partendo quindi da una piccola falegnameria che vede tre Bot alternarsi nell’abbattimento degli alberi, raccolta dei tronchi e coltivazione di nuove piante per garantire così la sostenibilità della nostra piccola impresa. Superato lo scoglio iniziale, i veri problemi incominceranno quando bisognerà gestire un ampio arsenale di Bot. Se, infatti, destreggiarsi con una manciata di Bot risulta semplice, far fronte a decine e decine di servi meccanici non è altrettanto immediato. Il problema principale di Autonauts è certamente la poca chiarezza dei menù di editing, fin troppo complessi per un titolo dai toni scanzonati e cubettosi come Autonauts. Pulsanti troppo poco chiari e scritte talvolta illeggibili non fanno che accrescere il senso di spaesamento, col rischio di far crollare il nostro castello di carta al minimo click errato. In aggiunta a ciò, ci duole dover precisare che non è selezionabile l’italiano nelle impostazioni di lingua.
Pro:
- Idea decisamente originale
- Stile “chibi” adorabile
- Buona longevità…
Contro:
- …finchè non vi stuferà
- Più aumentano i bot, e più la loro gestione risulta confusionaria
- Lingua italiana non pervenuta
Versioni disponibili: PC, Mac OS
Versione testata: PC
Playlist:
Ci vuole un fiore – Sergio Endrigo // Robot Rock – Daft Punk // The Robots – Kraftwerk