Daemon X Machina fece il suo roboante esordio durante l’E3 dello scorso anno. Presentato in pompa magna come la nuova IP in esclusiva per Nintendo Switch realizzata da Kenichiro Tsukuda, produttore della serie Armored Core, si prometteva di rilanciare un genere sempre più relegato a un pubblico esclusivamente di nicchia. Ed è proprio in Armored Core che Daemon X Machina affonda le sue radici, riprendendone gli stessi temi (battaglie fra mecha sotto forma di third person shooter) rielaborandone però lo stile artistico, questa volta affidato a Yusuke Kozaki, mangaka nonché character design dei capitoli di Fire Emblem usciti per 3DS. Saranno riusciti i robottoni di Marvelous a invertire questa tendenza?
Il gioco si apre con una sequenza che mostra una terribile catastrofe che da origine alle vicende narrate in Daemon X Machina: una porzione di Luna si distacca dal resto del satellite per schiantarsi sul Pianeta Terra, devastandone la superficie e provocando così la quasi totale estinzione del genere umano. Per poter rifondare la civiltà, la popolazione sopravvissuta sviluppa alcune IA in grado di ricostruire e riedificare le città, scelta però che si scoprirà essere un clamoroso autogol. Assieme ai detriti lunari, infatti, si è insediato sul nostro pianeta anche un materiale di origine sconosciuta, chiamato Femto, capace di generare ingenti quantità di energia. Sviluppata una propria coscienza e sfuggiti dal controllo umano, le IA, rinominate Immortal, sfruttano così questo Femto per ribellarsi contro i propri creatori, scatenando la propria furia omicida sugli umani. Messi alle strette, alcune associazioni volte alla difesa dell’umanità assoldano gli Outer, esseri umani modificati geneticamente dallo stesso Femto per incrementarne le proprie capacità fisiche e intellettuali, uniche persone in grado di pilotare i colossali Arsenal. Queste macchine, vere protagoniste di Daemon X Machina, sono mecha creati appositamente per contrastare la minaccia degli Immortal. Invece gli Outer sono, di fatto, mercenari il cui scopo è mettere sul tavolo le proprie abilità a servizio delle organizzazioni, accettando incarichi e missioni in cambio di crediti, senza alcun tipo d’interesse o morale. Tali caratteristiche li porteranno a essere emarginati dal resto della società, che li vedrà solamente come delle pedine sacrificabili. Questo finché alcuni di loro non porteranno alla luce alcune verità fino a quel momento nascoste che sconvolgeranno l’esistenza dei piloti di Arsenal. Il nostro avatar, personalizzabile in ogni dettaglio del suo aspetto, è una recluta appena entrata nel giro che, per affinare le proprie abilità, aiuterà le varie fazioni di piloti nel portare a termine gli incarichi in cambio di una paga ridotta. Come dei giovani Leclerc dal talento ineccepibile ma con ancora tanti chilometri da macinare, scenderemo in battaglia assieme ai “grandi” degli Arsenal, assistendo di volta in volta alle loro scaramucce, fino ad attirare l’attenzione dei loro superiori, incuriositi dalle nostre straordinarie capacità. Il tutto nella distopica cornice di una Terra devastata e mutata nelle sue conformità, ora caratterizzata da sconfinati paesaggi desertici e vegetazioni mastodontiche.
Se il contesto distopico ci riporta alla mente quello di NieR Automata, la scrittura di Daemon X Machina è ancora più criptica e velata rispetto all’action di Platinum. Nelle prime fasi di gioco, infatti, si ha la sensazione di essere catapultati in un titolo di stampo arcade, con meno focus alla trama e un’impronta incentrata quasi esclusivamente al gameplay. Solo avanzando con le missioni principali, infatti, il gioco offrirà i primi veri spiragli narrativi, svelandoci a poco a poco nuovi dettagli sulla trama che si cela dietro alle tonnellate di acciaio e proiettili. Senza entrare troppo nei dettagli, le tematiche affrontate in Daemon X Machina ricordano molto da vicino opere come Evangelion o 2001 Odissea nello Spazio. Una narrativa un po’ troppo frazionaria però, che rischia di scoraggiare i meno avvezzi al genere ancor prima di comprendere e scoprire la lore di questo titolo. Contrariamente, la caratterizzazione dei personaggi e i toni in stile Anime fungono più da attrattiva verso il grande pubblico. A rendere più corposo il titolo Marvelous, infatti, ci pensano i dialoghi fra i piloti, grazie ai quali scopriremo il loro schieramento e la loro appartenenza ai diversi Team. Anche in questo caso però le modalità con le quali ci vengono mostrati i dialoghi non sempre convincono appieno, soprattutto per la loro fruibilità. Durante le fasi action risulta davvero difficile seguire gli scambi di battute se non si ha una buona padronanza dell’inglese, poiché i sottotitoli si confonderanno con la già affollatissima interfaccia di gioco, altro elemento controverso di Daemon X Machina. L’HUD di gioco, se non si ha familiarità con il genere, è certamente spiazzante. Una quantità considerevole d’indicatori e icone, inizialmente poco comprensibili, costellano infatti lo schermo durante le missioni. Oltre all’indicatore dei PV, sono presenti anche quello del Femto, consumato dai poteri speciali dell’Arsenal, quello della resistenza, che decrementa all’utilizzare dei turbo rendendoci più vulnerabili ai colpi dei nemici, oltre che ovviamente le statistiche sul proprio arsenale complete di nome e numero di munizioni rimanenti. Una serie d’icone, infine, indicherà il grado di danneggiamento dei vari componenti dell’Arsenal. Purtroppo il tutorial del gioco ci è sembrato un po’ troppo sbrigativo e poco esaustivo, lasciandoci il dubbio su alcuni comandi e informazioni presenti a schermo. Resta comunque la possibilità di personalizzare l’HUD secondo le proprie esigenze.
La trama principale di Daemon X Machina è suddivisa in blocchi di missione, ognuno per ciascun grado del nostro Outer, grazie alle quali potremo conoscere al meglio i nostri colleghi e racimolare crediti da spendere nell’hangar principale. Oltre al negozio di armamentari, saranno presenti una clinica per potenziare l’avatar tramite il classico sistema ad albero degli RPG ed una singolare quanto utile gelateria che, grazie alle combinazioni di gusti e tipo di cono, ci fornirà dei potenziamenti temporanei per il nostro pilota. Vero fulcro della raccolta di nuovi componenti in Daemon X Machina è però il looting. Sul campo di battaglia, infatti, sarà possibile ispezionare le carcasse degli Immortal o degli Arsenal nemici per recuperare nuovi componenti e armi per il nostro Mecha. Una volta ottenuti, si combineranno secondo le nostre esigenze all’interno dell’hangar. Ogni componente ha infatti la capacità di aumentare o diminuire le varie proprietà dell’Arsenal, stesso discorso per le armi, equipaggiabili fino a due per braccio oltre che i cannoni o lanciagranate posti sul dorso. Se quindi, giunti a questo punto, Daemon X Machina non sembra essere tanto distante dai dogmi tipici della serie Armored Core, ma tutto cambia quando si parla della realizzazione tecnica del titolo. La veste grafica in cel-shading è sicuramente una scelta stilistica azzeccata dai ragazzi di Marvelous, che si distacca nettamente da quella concezione di freddezza e grigiume tipica del TPS a tema Mecha, donando nuova vivacità e richiamo al genere. Lo stile dei personaggi e i coloratissimi scenari sono infatti uno spettacolo per gli occhi, grazie anche agli effetti di luce e di esplosione delle armi. Non sfigura nemmeno il comparto audio, composta da una colonna sonora rock-metal adrenalinica e dal doppiaggio convincente, sia in giapponese che in inglese. Marvelous sembra inoltre aver risolto i frequenti problemi relativi al calo di frame rate, non abbiamo infatti rilevato rallentamenti di sorta, se non qualche rarissimo caso di freeze di 1-2 secondi, sia in modalità alloggiata che portatile. Data la frenesia dei movimenti e la precisione richiesta per colpire i bersagli però, ci sentiamo comunque di consigliarvi di giocarlo collegato al televisore, ancor meglio se con un Pro Controller alla mano. Purtroppo non abbiamo potuto testare la modalità multiplayer, che si promette però di regalare nuove sfide e battaglie fra gli Outer di tutto il mondo, aumentando così la già buona longevità del gioco.
PRO
- Pilotare gli Arsenal è un’esperienza mozzafiato
- Stile grafico originale
- Trama intrigante…
CONTRO
- … raccontata però in maniera lenta e frazionaria
- L’HUD di gioco è fin troppo confusionario
Voto: 8
Disponibile su Nintendo Switch