Ci sono alcuni videogiochi che hanno influenzato in maniera indelebile il mondo dei videogiochi: Half Life, The Legend of Zelda, Halo, solo per citarne alcuni. E Super Mario Bros., naturalmente. Il platform che ha scritto le regole fondamentali del design, anche se non il primo nel suo genere, è una produzione entrata nella storia del medium, dando inizio inoltre alla storia di un’icona senza tempo come Mario.
In occasione dell’uscita sempre più vicina di Super Mario Bros. Wonder, è giusto fare un sano tuffo nel mare dei ricordi ed elencare quelli che sono stati i 5 migliori giochi 2D di Super Mario.
1. Super Mario Bros.
Sarebbe impossibile, sarebbe una follia parlare dei giochi più influenti, e migliori, della storia di Mario senza partire proprio da Super Mario Bros. 40 milioni di copie vendute su NES (e chissà quante altre nelle successive riedizioni), un tema musicale divenuto iconico in uno schiocco di dita, un gameplay perfetto e preciso, un mondo che all’epoca aveva ben poco contesto eppure un carisma quasi infinito.
In pochi pixel, Shigeru Miyamoto fu in grado di creare un’icona paragonabile probabilmente solo a Topolino di Walt Disney. Un idraulico con i baffi che mangia funghi, è capace di sputare palle di fuoco (non sempre), schiaccia tartarughe e quelli che sembrano essere altri funghi, e si fa strada per salvare una principessa racchiusa in un castello che però è sempre l’ultimo, sconfiggendo creature simili a draghi con un guscio protettivo. Sembra tutto così stupido quando lo si legge ad alta voce, eppure eccoci qui: la ricetta di Super Mario Bros. è servita, plasmando il platform definitivo che farà esplodere il genere.
Tutto ciò che è venuto dopo, nel campo dei platform, prende inevitabilmente spunto dalla prima (vera) avventura di Mario. Ai piedi di un cielo azzurro color pastello, Mario supera ostacoli, distrugge cubi e sconfigge nemici con power-up vari, tra cui una Stella capace di donare l’invincibilità – potere che sarà poi alla base di Super Mario Bros: Il film di Illumination, campione d’incassi nel 2023 al cinema. Gli otto mondi che compongono il gioco sono vari nelle ambientazioni e nel level design, e tendono ad arricchirsi di segreti tra scorciatoie e tubi che conducono verso mete sconosciute. Tutto bellissimo, ed è ancora più incredibile pensare che nello stesso momento Miyamoto stava creando anche The Legend of Zelda. E da lì si capì subito che quel giovane uomo, poco più che trentenne, avrebbe fatto tanta carriera…
2. Super Mario Bros. 3
Super Mario Bros. 3 è un peso massimo, un monumento dei videogiochi, il santo protettore dei platform. Se il primo capitolo della serie aveva dato i natali al genere che ancora oggi conosciamo, nel 1988 arriva un secondo sequel che, se possibile, riscrive ulteriormente la storia, a riprova del fatto che la famosa filosofia Nintendo già si insinuava tra i suoi sviluppatori: la parola d’ordine era stupire sempre di più, e mai (o quasi) adagiarsi sugli allori.
Miyamoto aveva fatto tesoro delle lievissime imprecisioni dei primi due capitoli (il secondo noi europei non l’abbiamo visto fino al 2007, uno scandalo difficile da spiegare e digerire), e propone un level design ancor più ambizioso e intricato, pensando anche a caratterizzare per la prima volta con decisione il Regno dei Funghi. La mappa del mondo fa infatti qui la sua comparsa, e mostra come tutte le varie aree che Mario visita siano in qualche modo legate tra loro, costruendo un trait d’union esaltante.
Rimaneggiando e migliorando nuovamente gli sprite di Mario e compagnia, Miyamoto si sbizzarrisce poi con nuovi nemici e soprattutto power-up. La novità di maggior rilevanza, che introduce meccaniche di gameplay differenti, è l’abito da procione che Mario sfoggia anche nella confezione, ma anche la famosa scarpa Kuribo e il potenziamento rana. Qualcuno di essi ha avuto più fortuna, altri un po’ meno, ma tutti con il proprio carisma e abilità. La cosa incredibile, a ripensarci ora, è che Miyamoto fu in grado di superarsi ancora una volta pochi anni dopo.
3. Super Mario World
La cosa che più stupisce di Super Mario World, forse il miglior Mario 2D mai realizzato e certamente tra i più influenti videogiochi della storia, è il fatto che sia stato realizzato da un team minuscolo di appena una decina di persone, a riprova del fatto che quando si ha la creatività e la voglia di stupire, non serve altro. Tanti publisher di oggi dovrebbero prendere esempio da quello che Nintendo fece nel 1990, lanciando sul mercato un titolo destinato a fare storia.
La struttura di base restava sempre la stessa, ormai consolidata e amatissima dai giocatori, ma la serie Bros. faceva finalmente un notevole balzo in avanti. Con le nuove possibilità offerte da SNES, Shigeru Miyamoto ebbe a disposizione non solo più comandi (il controller era aggiornato rispetto a quello di NES) ma anche una potenza di calcolo maggiore. Certo, oggi questa potenza è irrisoria, ma per l’epoca fu abbastanza per dare forma a mondi coloratissimi e dettagliatissimi, oltre a dare finalmente la possibilità al papà di Mario di far debuttare il piccolo Yoshi.
Tra musiche iconiche e momenti memorabili, anche il level design faceva un notevole balzo in avanti. Una delle trovate più incredibili per l’epoca fu Ghost House, la dimora dei Boo che non era un semplice livello bensì una sorta di labirinto/puzzle da risolvere per poter trovare la via d’uscita, con una struttura che la serie riprenderà anche in alcune occasioni future come la serie New e anche in occasione di Super Mario 64 DS, nel corso di un inedito stage per sbloccare Luigi. In fondo, proprio Luigi divenne in qualche modo il personaggio simbolo di queste ambientazioni, tanto poi da dare vita anni dopo alla serie spin-off Luigi’s Mansion.
4. New Super Mario Bros.
Con l’avvento della terza dimensione, sembrava ormai che i platform 2D avessero fatto il loro tempo. Super Mario 64 aveva insegnato a Nintendo che la sua icona per eccellenza sarebbe diventato il precursore dei collectathon 3D, seguito a ruota libera da immensi brand del passato come Spyro, Banjo-Kazooie e Ape Escape, senza dimenticare alcuni cult dell’epoca come Bugs Bunny: Lost in Time (e relativo sequel), Croc e così via. Con l’arrivo di Super Mario Sunshine nel 2002 e del remake di SM64 su DS nel 2004, nessuno ormai si aspettava un ritorno al passato.
E invece Nintendo, che ama sorprendere, sorprende. Proprio su DS, l’esplosiva console portatile con il doppio schermo, nel 2006 arriva un poderoso rilancio della serie in due dimensioni con New Super Mario Bros. che, a 14 anni da Super Mario Land 2: Six Golden Coins riproponeva le dinamiche più classiche della storia del franchise senza però farsi mancare qualche gustosa novità e un comparto artistico completamente rinnovato con forme squisite in tre dimensioni.
Il successo fu strepitoso, forse anche per il fatto appunto che nessuno si aspettava di avere ancora bisogno dei platform bidimensionali. La serie New introduceva nuovi power-up come il Megafungo (era già stato avvistato in precedenza su Mario Party 4, ma questi sono dettagli), inseriva le tre Monete Stella da trovare in ogni livello insieme a tantissime vie secondarie e segreti, stupiva con le sue forme e colori. Nonostante non sia certo il migliore nell’intera serie a due dimensioni, NSMB registrò un boom totale per Mario e per Nintendo, che ripropose poi la serie New con un sequel su 3DS (molto dimenticabile) e due giochi su Wii e Wii U; inoltre, New fu in grado di settare gli stilemi artistici dell’intero franchise per gli anni a venire, anche nel campo delle tre dimensioni.
5. Super Mario Maker (e sequel)
Partiamo da una premessa: Super Mario Maker, così come i suoi sequel usciti su Nintendo 3DS nel 2016 (non particolarmente apprezzato) e Switch nel 2019, non è un gioco originale. In alcun modo. L’idea di prendere un brand e permettere ai giocatori di costruire livelli platform bidimensionali era già stata ad esempio sperimentata da Media Molecule con LittleBigPlanet molti anni prima, e altri emuli ne hanno poi seguito le gesta. Anche Nintendo, tra WiiU, 3DS Switch, ha proposto questo format, ed è inutile dire che l’appartenenza al brand di Mario ha fatto tanto per garantirne il successo.
La vera forza di Super Mario Maker non è stata tanto nell’innovazione nei videogiochi, quanto per la serie stessa: per la prima volta, il giocatore stesso diventava un designer, che partendo dalla sua esperienza con i platform, marieschi e non, poteva costruire livelli fantasiosi, ricchi, dagli stili artistici differenti e con tanto di segreti o boss da affrontare, creando qualcosa di magnifico. Forse neppure Nintendo si aspettava ciò che è nato dalla serie Maker, in particolare dal gioco su Switch: un’infinita quantità di livelli ideati dalla community, alcuni dei quali sono incredibili gioielli architettonici del platform che meriterebbero di stare in un gioco a parte.
Quale sia il futuro di Maker, oggi, è difficile da immaginare. Nel secondo capitolo principale Nintendo ha aggiunto una breve modalità storia e tantissimi nuovi scenari, oltre allo stile grafico dei giochi più recenti e power-up relativi. Un altro grande passo evolutivo potrebbe essere l’introduzione delle meccaniche di Super Mario Bros. Wonder, ma per saperlo ci sarà quasi certamente da attendere la prossima console dopo Switch. Una cosa è certa: la community è riuscita a trasformare un esperimento in un successo straordinario.