007 è una licenza tanto difficile quanto importante che, tra le altre cose, vive un momento di grande riassestamento. La saga al cinema ha cambiato casa dopo un’eternità, passando dalla storica mano dei Broccoli alle grinfie particolarmente pericolose di Amazon – seppur ormai fusa alla compianta MGM. Il ciclo di Daniel Craig – il più importante della storia del franchise insieme all’intramontabile Sean Connery – è giunto al termine ormai una manciata di anni fa. Pavidamente, si sta tentando di trovare una giusta nuova storia da raccontare e un altrettanto giusto nuovo interprete.
Nonostante questa sia solo una mera questione di tempo, la versione videoludica di James Bond è lontana dai riflettori da ormai più di un decennio. A seguito del successo straordinario di Goldeneye, indimenticato sparatutto in prima persona datato addirittura 1997, la serie sotto l’egida di Electronic Arts ha preferito lavorare di quantità piuttosto che di qualità. Così è finita per esaurirsi naturalmente, lasciata svanire dopo un breve periodo in seno ad Activision.
Otto anni di silenzi fino al 2020 quando, nel pieno della pandemia COVID, lo storico studio scandinavo di IO Interactive, al quale si deve la serie di Hitman, annuncia di star lavorando a un gioco su 007. Cinque anni evidentemente intensi, confluiti in un primo vero trailer arrivato solo lo scorso giugno. Giusto una manciata di giorni fa, durante la Gamescom di Colonia (dove abbiamo potuto provare anche Ninja Gaiden 4 in anteprima), abbiamo avuto modo di dare un’occhiata ravvicinata al gioco e, fatecelo dire ancor prima di continuare, l’entusiasmo collettivo è stato palpabile nonostante le legittime riserve.
Licenza di uccidere
Come il titolo First Light lascia chiaramente intendere, il gioco si soffermerà sulle fasi iniziali della carriera della spia al segreto di Sua Maestà. Nello specifico, avremo a che fare con un James Bond non ancora trentenne e non ancora in possesso del famoso “doppio 0”: la sigla della licenza di uccidere che è stata da sfondo anche al primissimo film del 1962.
Nel corso dell’evento non ci è stato svelato più di tanto, se non che proprio la natura da giovane aitante sarà una delle tematiche principali da gestire nel corso della campagna del gioco. Ovviamente torneranno tanti degli storici personaggi della penna di Ian Fleming. Moneypenny, Q, M e tutte le figure dell’MI6 accompagneranno James Bond nella sua prima importante missione in giro per il mondo, come da tradizione della serie. Ci è stato confermato che quanto mostrato fosse in una porzione non troppo avanzata della campagna, giusto una manciata di ore dopo l’inizio. Appena quel che serve per avere a disposizione già qualche gadget e aver introdotto i personaggi a sufficienza.
007 Last Light è un po’ Hitman, un po’ Uncharted
Veniamo al dunque: che gioco è questo nuovo 007 First Light? La risposta è tanto semplice quanto pericolosa e l’abbiamo riassunta nella maniera più becera e controversa possibile proprio nel titolo di questo paragrafo. Era scontato credere che IO Interactive lavorasse su 007 a partire dalle fondamenta di un Hitman che, seppur all’estremo morale opposto, ha certamente dalla sua l’inventiva e la capacità di infiltrazione degna del miglior James Bond. Ciò che rispetto all’assassino calvo acquisisce valore e importanza, soprattutto considerate le ultime iterazioni quasi totalmente votate alla varietà del gameplay e degli assassini, è una forza cinematografica e narrativa che per forza di cose deve fare da sfondo al rilancio in grande stile di 007.
È su queste basi che gli sviluppatori di IO ci hanno introdotto alla porzione di gameplay scelta per la presentazione. Seppur tutte appartenenti alla stessa missione – o almeno così ci è stato detto – le tre sequenze mostrate non erano consequenziali, ma piuttosto tre segmenti specifici e mirati della stessa operazione.
La prima, più introduttiva e narrativa, vedeva James Bond in macchina dirigersi verso il luogo della missione, intrattenendo un simpatico e classico siparietto con Moneypenny. Non possiamo dirvi come fosse il feeling di guida e quanto il tutto fosse “scriptato” – nonostante la sensazione fosse non particolarmente esaltante. Tuttavia, siamo rimasti piacevolmente colpiti dalla qualità della scrittura dei dialoghi e dalle interpretazioni – che, diciamocelo chiaramente, rappresentano un aspetto importante di una produzione come questa. L’arrivo nel luogo della missione è risultato quindi più un modo per aprire la strada alla narrazione e al tono scapestrato e giovane che sembra avere tutta la trama.
La seconda sequenza, fortemente incentrata sull’infiltrazione, è quella che più ci ha ricordato Hitman. Lo studio è padrone di queste meccaniche ed è evidente che, complice anche la mancanza del Doppio 0 di cui parlavamo in precedenza, qui James Bond abbia necessità di giocare più di astuzia che di arroganza. Ecco quindi che per distrarre una guardia si accendono degli irrigatori così da arrampicarsi sulla parete di una grande villa. Oppure, ci si avvicina di soppiatto con l’obiettivo di stordire, magari aiutandosi con una delle diavolerie ingegnerizzate da Q e nascoste ovunque nell’equipaggiamento di Bond.
Chiunque abbia esperienza con il gameplay di IO Interactive sa bene cosa aspettarsi e gli sviluppatori ci hanno tenuto a rimarcare quanto vari e fantasiosi possono risultare gli approcci alle missioni. Difficilmente vi capiterà di compiere le stesse azioni di qualcun altro, seppur ci sembra difficile attenderci la stessa varietà di World of Assassination. Non fosse altro, dovendo comunque mantenere una certa coerenza con la storia e l’immaginario di 007. Vorremmo potervi dire di più su queste possibilità e su alcune idee che ci siamo fatti nella gestione degli strumenti in base all’interfaccia a schermo. La verità è che abbiamo visto meno opzioni di quanto avremmo voluto. Per questo, ci basiamo soprattutto sulle “promesse” degli sviluppatori presenti con noi nel piccolo teatro allestito per l’occasione.
Tutta l’ultima sequenza si concentrava invece sull’aspetto action del gioco. Dopo aver introdotto quella che, con tutta probabilità, sarà la Bond Girl di questo capitolo – e che ci ha fortemente ricordato l’approccio altrettanto fisico ed action di Ana De Armas in No Time To Die – i due protagonisti finiscono per fare i fuggitivi, dando il via a una sequenza di inseguimento davvero spettacolare, seppur fortemente guidata.
Proprio su queste sezioni e sulla successiva di shooting in terza persona si concentrano i dubbi più grossi. È evidente che il gioco funzioni bene, che la produzione sia di alto livello e che ci troveremo di fronte a un titolo piacevole e capace di vendere tanto in questo mercato. È altresì impossibile evitare il confronto con i giganti di questo genere di avventure. Lanciarsi da un aereo in volo, senza entrare troppo nei dettagli, è davvero simile a come l’abbiamo fatto una quindicina di anni fa in Uncharted.
Riuscirà però a risultare migliore? Francamente, anche solo per una questione di esperienza, ne dubitiamo ma rimaniamo speranzosi. Questo non significa che l’azione non funzioni, che il classico TPS con le coperture sia mediocre o che gli stunt da 007 siano mal riusciti. Semplicemente, non ci sentiamo di poter giudicare fino in fondo senza averci messo le mani sopra e, a ben vedere, senza aver testato con mano i ritmi e la progressione dell’avventura.
Tecnicamente parlando…
Chiudiamo questa analisi con un appunto sulla parte tecnica del gioco. Il motore è sempre lui, quel Glacier che unisce eleganza e sobrietà, buona illuminazione e modelli non sempre straordinari. Forti della conoscenza del loro motore proprietario, i ragazzi di IO Interactive hanno chiaramente alzato il tiro, seppur senza rivoluzionare.
Quel che abbiamo visto su schermo – per di più su un pannello davvero importante come dimensione e qualità dell’immagine – ha restituito un grande colpo d’occhio. Colorato, luminoso e ben curato nei dettagli, 007 First Light sembra dare il meglio di sé negli interni, dove può giocare a dovere con luci ed ombre. I modelli principali, su tutti James Bond, sono ben animati ed espressivi, lasciando però a desiderare su tutto ciò che non possa considerarsi “protagonista”. Esattamente come con Hitman, infatti, ciò che è “di contorno” perde in definizione e fa sua quella strana patina di “piattume” che contraddistingue gli elementi poco dettagliati. Discreta attualmente sembra già l’ottimizzazione, almeno delle fasi che abbiamo visionato. Qualche calo di framerate qua e là, che andrà chiaramente risolto durante il polishing finale del codice, e un comparto audio che alterna alti e bassi, forse anch’esso da finalizzare.
007 First Light ci ha quindi convinti. Un po’ per amore verso il franchise, un po’ per la speranza di giocare una nuova bella avventura, non fatichiamo a considerarla una delle sorprese positive di questa Gamescom, ormai conclusa da un paio di settimane. Restano tutti i legittimi dubbi che potranno essere dipanati solo vivendo per intero l’avventura. È lì che scopriremo se la storia funziona, se i personaggi fanno altrettanto e se la commistione tra Hitman e Uncharted possa regalarci qualche ora di grande intrattenimento videoludico.