Un universo ancora tutto da scoprire
Da qualche anno a questa parte gli sport elettronici sono diventati uno dei passatempi preferiti di gamer professionisti e amatoriali, che decidono di trascorrere qualche ora in loro compagnia, mettendosi alla prova attraverso quest da risolvere, fortezze nemiche da abbattere e tempeste da superare. Eppure non sono una novità assoluta, nel senso che sono in circolazione dagli anni ’70, quando Spacewar fu scelto per inaugurare il primo torneo di eSport. Poi, nel 1980, toccò all’Atari con Space Invaders, e successivamente alla Nintendo con Super Mario Bros. Eppure di sport elettronici se ne parla (e tanto) solo ora, e questo è stato possibile grazie al progredire della tecnologia e alla crescita esponenziale dell’universo videoludico, che conosciamo soltanto in minima parte. Questo articolo si pone l’obiettivo di raccontare alcune curiosità che lo riguardano.

La Corea del Sud è un passo avanti a tutti negli eSport
C’è uno stato nel mondo dove gli eSport sono un qualcosa di imprescindibile: la Corea del Sud. A Seoul risultano popolari tanto quanto la National Football League lo è per gli Stati Uniti d’America. Ed è normale, se si tiene conto che nella terra degli alberi di ciliegio e dei secolari templi buddhisti nel 2000 nasce la prima associazione ufficiale di eSport, la KeSpa, con molto anticipo rispetto per esempio all’Italia, che solo una decina di anni di più tardi inaugurerà una propria lega. Definire la Corea del Sud la “Mecca degli sport elettronici” non è un’esagerazione, considerando la forte presenza di quella che è anche conosciuta come la “cultura del videogioco”, che impone a ogni player allenamenti intensivi indispensabili per puntare all’eccellenza quale forma di auto-realizzazione personale. Tale dinamica interessa anche il poker, dove grazie alla pratica è possibile ottenere ottimi risultati; chiaramente senza il talento, che permette di utilizzare le combinazioni migliori, anche rischiando, non si potrà mai arrivare ai più alti livelli.
Ricchi montepremi
Tra le curiosità sugli sport elettronici c’è anche quella relativa ai montepremi più grandi di sempre, di cui hanno beneficiato i team composti dai player professionisti più forti. Nel 2018 gli OG – di cui fanno parte i finlandesi JerAx e Topson e l’austriaco NOtail – si aggiudicarono 11,2 milioni di dollari grazie a DOTA 2; sempre nello stesso anno gli Invictus Gaming, team all’interno del quale sono presenti tre giocatori coreani e tre giocatori cinesi, si spartirono un bottino di 2,41 milioni di dollari superandosi attraverso League of Legends. E che dire infine dell’exploit dei Cognitive Prime, che nel 2015 hanno stupito gli appassionati conquistando un premio in denaro di ben 1,3 milioni di dollari facendo la differenza a SMITE? Per chi non lo sapesse, SMITE è un MOBA (multiplayer online battle arena) come lo sono League of Legends e DOTA 2 – titolo di grande successo a cui è stato dedicato un docu-film su Netflix – che rispetto a questi ultimi deve la sua longevità a mitologia e ad antiche religioni, ingredienti che lo rendono un capolavoro che continuerà a far parlare di sé.
Borse di studio per cyber-atleti
Negli Stati Uniti d’America si è deciso di premiare i cyber–atleti dotati di grandissime potenzialità offrendo loro borse di studio. Questa iniziativa è stata pensata non solo per includerli all’interno di quegli atenei che puntano forte sull’hi-tech, ma anche per spronarli a migliorarsi in quello che per loro è molto più di un semplice passatempo. Non sembra, ma partecipare attivamente a tornei di sport elettronici è un’occasione unica per fare squadra e per sviluppare quel senso per le regole e il rispetto per l’altro – in questo caso l’avversario – che poi si riveleranno indispensabili nella vita di tutti i giorni.
La piattaforma migliore per godersi lo spettacolo

Da uno studio recente è emerso come gli e-sport siano oggi seguitissimi soprattutto dalla generazione y, che comprende i giovani nati tra gli anni 1981 e 1996. La piattaforma preferita che utilizzano per godersi lo spettacolo è lo smartphone, il cui schermo viene osservato con un media di 140 minuti al giorno. Probabilmente non tutto questo tempo sarà dedicato agli sport elettronici ma buona parte sì, perché perdersi le Global Series 2022 di Apex Legends oppure le gesta del discusso pro-player Valerio Gallo sarebbe un vero peccato.